La sostenibilità per Carrera Jeans fa rima con rispetto. Un’attenzione che si manifesta, in primis, a partire dall’importanza nel prendersi cura dell’intera filiera produttiva, garantendo a tutti gli attori coinvolti, dal contadino che raccoglie il cotone fino al consumatore finale, di operare in condizioni eque e dignitose, che vadano a beneficio di tutti. Un impegno che implica di evitare la creazione di posizioni privilegiate, sia in termini di margini sia di prezzi. È questo uno degli elementi chiave che emergono dal primo bilancio di sostenibilità redatto dalla storica azienda fondata a Verona nel 1965 dai tre fratelli Tacchella (Tito, Imerio, Domenico), pioniera nella produzione del denim italiano. Il documento è stato realizzato con la consulenza di ARB SB, società leader nella realizzazione di progetti e strategie di sviluppo sostenibile in grado di rispettare appieno i criteri ESG e i 17 principi delle Nazioni Unite contenuti nell’Agenda 2030 (SDGs) e rappresenta un piccolo, importante, passo lungo il percorso di sostenibilità compiuto da Carrera Jeans, vera eccellenza italiana nel settore tessile e abbigliamento. La qualità, l’accessibilità e la durata nel tempo dei prodottisono i principi cardine che caratterizzano, fin dalle origini, lo storico marchio italiano produttore di jeans denim: un prodotto che dura nel tempo è sinonimo di qualità e rispecchia il vero concetto di sostenibilità che si esprime nel dover “durare” e non nel “sostenere”, come spesso erroneamente si pensa. L’ambiente, parte integrante della vita degli stakeholder di Carrera Jeans, è incluso in questa visione, correlato agli altri due criteri, quello sociale e di governance. “Per Carrera Jeans la sostenibilità non è solo una dichiarazione, un impegno o un progetto, ma una necessità intrinseca per la realizzazione di prodotti eccellenti – dichiara Gianluca Tacchella, CEO di Carrera Jeans – Non possiamo dichiarare di rispettare gli operai se, contemporaneamente, inquiniamo l’acqua dove vivono. Tale incoerenza sarebbe inaccettabile. Siamo consapevoli che c’è ancora molto lavoro da fare e questo primo bilancio di sostenibilità rappresenta solo un piccolo passo nel nostro percorso di sostenibilità. La «filiera del rispetto» – prosegue Tacchella – richiede un’attenzione quotidiana e rappresenta un percorso collettivo che permea trasversalmente il nostro modo di operare e quello dei nostri collaboratori lungo tutta la filiera. Abbiamo la responsabilità di garantire una vita dignitosa a migliaia di famiglie che dipendono da Carrera Jeans e, al contempo, di offrire prodotti di qualità a milioni di consumatori che indossano ogni giorno i nostri denim, ad un prezzo giusto. Tutto questo deve essere realizzato con il minimo impatto ambientale possibile.” ARB SB accompagna da sempre Carrera Jeans nel percorso di sostenibilità e quest’ultima, dopo aver ottenuto nel 2021 la valutazione delle loro performance ESG con SI Rating, l’algoritmo sviluppato in collaborazione ufficiale riconosciuta con SASB che permette ad un’organizzazione di misurare, monitorare e comunicare le performance di sostenibilità e ESG, individuando i relativi rischi e opportunità, si è affidata nuovamente ai “sarti della sostenibilità” per la stesura del primo, storico, bilancio di sostenibilità. “ARB SB è orgogliosa di affiancare da anni Carrera Jeans, un marchio storico del settore dell’abbigliamento che rappresenta un’eccellenza italiana, nel proprio percorso di sostenibilità. Questo bilancio rappresenta per loro un ulteriore tassello e non un traguardo nel percorso lungo la strada della sostenibilità – spiega Ada Rosa Balzan, founder, presidente e CEO di ARB SB – Un percorso totalmente volontario, senza obblighi di legge ma voluto fortemente dalla proprietà ed è per questo motivo che a tutto il team Carrera Jeans va un ulteriore plauso visto l’entusiasmo con cui ci ha seguito nella stesura di questo primo bilancio di sostenibilità”. La portata innovativa del primo bilancio di sostenibilità di Carrera Jeans risiede nel fatto che si tratti di uno dei primi documenti ad essere stato pubblicato in Italia nel formato di PDF accessibile. “È quindi un documento conforme agli standard PDF/UA e alle linee guida WCAG – chiarisce Balzan – Per accessibilità, come chiarito dall’Agenzia per l’Italia Digitale, s’intende la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche a coloro che, a causa di una disabilità, necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”. Si tratta quindi di un PDF che viene progettato in modo tale da consentire alle persone con disabilità visive o altre limitazioni fisiche di avere accesso a tutti i contenuti. “Ciò contribuisce a far sì che tutti gli utenti abbiano pari opportunità di ricevere, comprendere e di fruire dei contenuti che si vogliono comunicare in questo formato”, conclude Balzan.